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L'idealizzazione rinascimentale della cortesia può essere letta come l'espressione di un potente desiderio umano, cioè che i conflitti, eventuali e in corso, si risolvano nell'armonia arrivando a un equilibrio di pace. La cortesia, pertanto, si fa possesso e impiego di buone maniere unito alla considerazione per gli altri: un'attività di profonda attenzione per i desideri e i sentimenti altrui. La cortesia nasce da amore e moralità, quindi internamente all'individuo ed è come se non ci fosse altro luogo più sicuro e sincero se non la propria intimità. Nei principi d'impiego della cortesia va fornito qualcosa che serva a soddisfare chi ascolta promuovendo il benessere altrui, cioè tenendo in considerazione, contemporaneamente ai propri, i sentimenti degli altri. Sappiamo che sono tre le principali regole da ricordare: non importi (cioè non sei l'unico ed il più forte), offri delle alternative (non costringere gli altri a piegarsi), fai sentire il tuo interlocutore a proprio agio (offri spazio per l'altrui comodità anche d'espressione). Cortesia è benevolenza verso gli altri, cioè non bisogna vincere su qualcuno o qualcosa.